L’Italia sarà pronta a breve a spedire 900 soldati nella zona della Libia. Lo Stato italiano coprirà coì il 50% del contingente internazionale ONU. L’Arma dei Carabinieri e L’Esercito saranno i Corpi militari prescelti per questa sorta di missione che sarà sotto controllo italiano, ma che non impiegherà uomini per combattimenti. Il governo della Libia ha chiesto e ottenuto l’aiuto internazionale per salvaguardare i pozzi di petrolio dalla incombente minaccia dell’ISIS.
Il premier Matteo Renzi ha assicurato un sostegno unanime dei G5 al governo libico e che l’Italia sarà attenta alle richieste, purchè formalizzate. Non capita raramente che il Califfato prenda di mira i pozzi di petrolio, in quanto è di una manciata di giorni fa la notizia di un’offensiva dell’ISIS contro dei pozzi petroliferi a Brega, ad est della Libia.
La Libia chiama, l’Italia risponde, e partono le polemiche. Soprattutto perché si sussurra che i pozzi di petrolio in territorio libico sarebbero targati ENI, ma Palazzo Chigi smentisce, affermando che la formalizzazione scritta delle richieste libiche è già arrivata all’ONU, agli Stati Europei e ai Paesi africani che confinano con la nazione. Non è ancora chiaro se le truppe italiane saranno impiegate solo via terra o si prospettano anche operazioni via mare.