La notizia è stata riportata prima dai giornali locali, poi dalla grande stampa nazionale. Una giovane coppia al bar, oltre a due spritz, ha ordinato un bicchiere d’acqua per la bambina, in una tiepida serata di fine estate. Per la bottiglietta i due si sono visti staccare uno scontrino da 5 euro. La giustificazione del titolare del bar: “è l’ora dell’aperitivo”.
Lipperlì, i due hanno pensato ad un errore, come hanno confidato il giorno seguente al Giornale di Brescia e all’Eco di Bergamo. 14 euro per i due spritz (e fin qui, tutto abbastanza nella norma), poi lo scontrino da 5 euro per una bottiglietta d’acqua da 20 cl – l’esatto corrispettivo di un bicchiere – ordinata per dissetare la figlia di 7 anni.
La cameriera del bar – un noto locale del centro di Bergamo bassa – ha avuto qualche esitazione di fronte alle prime timide e perplesse proteste dei due, che col passare dei minuti si sono fatte via via più insistenti. Così, la dipendente ha chiamato il titolare del bar, che ha confermato tutto: 5 euro il costo della bottiglietta d’acqua, trattandosi di una consumazione in orario di aperitivo. A poco è servito spiegare che la richiesta era stata di un semplice bicchiere, non di una bottiglietta.
La mamma della bambina, innervosita di fronte all’inflessibilità del commerciante, ha chiesto di portare indietro l’acqua e la coppia ha lasciato il bar con la figlioletta al seguito, convinta a non cedere ad una richiesta ritenuta eccessiva e fuori luogo.
La disavventura è stato riportata nei giorni seguenti dalle principali testate nazionali (tra cui Corriere della Sera e Repubblica) provocando una quasi unanime reazione sdegnata sui social network. “Com’è possibile un prezzo simile?” o “illegale che il prezzo cambi in base agli orari” sono solo alcuni dei commenti postati sotto la notizia.
C’è chi ha gridato allo scandalo, chi invece ha ricordato l’esempio di paesi “migliori del nostro”, come l’Australia, dove – nonostante nelle stagioni calde sia spesso razionata – l’acqua nei locali è servita gratuitamente tramite appositi erogatori acqua per ristoranti e bar, ad uso e consumo della clientela, che può servirsene a volontà.
Coi conti salati di bar e ristoranti, a giro, ci siamo imbattuti tutti. “In un primo momento – ha detto la donna basita ai giornalisti – abbiamo pensato a una svista. Poi abbiamo capito che l’importo era corretto. Se in un bar in pieno centro a Bergamo questo è il trattamento e la comprensione verso i clienti, chissà che idea avranno i turisti della nostra città”.