Dopo la grande crisi avvenuta nel 2011, gli italiani hanno iniziato a prendere confidenza con una terminologia anglosassone largamente diffusa in ambito finanziario: spread. Tradotto letteralmente dalla lingua inglese, assume il significato di “ampiezza” ed è diventato celebre durante l’attacco sul nostro debito sovrano, avvenuto quasi un decennio fa, che ha messo a serio rischio la tenuta dei conti pubblici del nostro paese.
Lo spread, così come viene interpretato dalla maggior parte dei cittadini italiani, non è altro che il differenziale tra il rendimento del titolo di stato tedesco di durata decennale (Bund 10 y) e quello di analoga durata nostrano (BTP decennale). Il titolo tedesco, infatti, viene usato come parametro di riferimento per valutare la solidità di un altro stato europeo: più ampio è lo spread, maggiore è il rischio assunto nell’acquisto dei titoli emessi da quel determinato stato sovrano.
Quanto ha inciso l’evento pandemico sulla volatilità dello spread
Nel corso degli anni, l’andamento dello spread è stato assai volatile, anche se le fiammate sono state, perlomeno dal 2014 in avanti, assai limitate a livello temporale. Il 2020, in tal senso, ha offerto uno spaccato di come lo spread si sia mosso nel corso dell’ultimo decennio: fiammate, rientri ed un andamento che si è dimostrato propizio, non di rado, per sfruttare le migliori piattaforme di trading online incamerare degli ottimi guadagni.
Prima di analizzare come si è mosso lo spread nell’anno nefasto che si siamo appena messi alle spalle, è indispensabile porre in evidenza come il differenziale sia stato condizionato, specie nei primi mesi dell’emergenza sanitaria, dalla comparsa del coronavirus: l’Italia è stato il primo paese, purtroppo, ad essere toccato dall’evento pandemico. E anche lo spread, sul finire dello scorso inverno, ne ha risentito significativamente.
Se all’inizio del 2020 viaggiava, stabilmente, attorno ai 160 punti, arrivando a scendere poco sopra i 130 a febbraio, prima dell’avvento della pandemia, il coronavirus ha inevitabilmente cambiato lo scenario. Già all’indomani della scoperta del primo caso di Codogno, che sancì la comparsa del virus anche nel Vecchio Continente, lo spread iniziò a salire oltre i 140 punti, per giungere poi, nell’arco di una sola settimana, vicino a quota 180.
Il 9 marzo, all’indomani dell’annuncio del lockdown nazionale da parte del Premier, Giuseppe Conte, la forbice si è ampliata fino a quota 215, continuando a crescere, costantemente, fino al 18 marzo, quando lo spread abbatté il muro dei 300 punti segnando il peggior risultato dell’intero 2020, in un momento in cui il nostro paese, specie in alcune zone della Lombardia, viveva un dramma emotivo come non accadeva dal secondo dopoguerra.
Spread, le previsioni del 2021
Non si può non sottolineare, in tal senso, come alcune infelici uscite di Christine Lagarde contribuirono ad accendere la miccia in mano agli speculatori. Il 12 marzo, la guardiana di Francoforte dichiarò, senza alcuno scrupolo, che lo spread non è un problema della Banca Centrale Europea. Una dichiarazione di forte discontinuità rispetto alla gestione Draghi, che provocò un crollo dei mercati azionari e, nell’arco di una settimana, portò lo spread sopra la soglia critica dei 300 punti.
Da quel 18 marzo, però, lo spread ha iniziato a scendere, grazie ad una ritrovata unità d’intenti a livello comunitario ed un significativo cambio di rotta da parte della stessa Lagarde. Gli scostamenti dello spread, tuttavia, sono restati comunque intensi: dai 300 punti si è scesi ai 175 di fine marzo, per ampliarsi poi, nuovamente, nel mese di marzo, dove il differenziale col Bund si è aperto sino ad oltre 280.
Dal mese di giugno, però, lo spread è sceso sotto la soglia dei 200 punti, senza più raggiungerla in seguito, attestandosi, nelle ultime settimane, sotto i 120 punti, ossigeno puro per le deficitarie casse dello Stato Italiano. Resta da capire, ora, quale sarà l’andamento del 2021.
La pandemia, ed eventuali futuri lockdown annessi, potrebbe creare ancora qualche strascico. Tuttavia, la maggior parte degli esperti è convinta che la volatilità sul nostro debito sarà decisamente contenuta: le misure straordinarie decise della Banca Centrale Europea e dalla Commissione Europea, oltre alla scoperta del vaccino, dovrebbero contribuire ad una tenuta dello spread attorno ai livelli visti negli ultimi mesi.