Fatto l’accordo, trovato l’escamotage per eluderlo: sembra che in Siria non ci deve essere pace e che la parola tregua non abbia valore per chi ha ordinato il raid aereo su un campo profughi nella provincia di Idlib, proprio al confine nord-ovest. Dalle prime notizie che giungono a fatica da quei territori della Siria, controllati dalle forze di opposizione al regime di Assad, i morti sono 28, donne e almeno 7 bambini. Sono dei rifugiati perlopiù provenienti dalle province di Aleppo e Hama, ma il bilancio sembra salito a 30 per il peggioramento delle condizioni dei feriti, che sembra siano una cinquantina.
La BBC ha diramato la notizia del raid in Siria grazie a testimoni locali: il campo è quello di Al-Camouna, vicino a Sarmada, e sembra che i responsabili del bombardamento siano jet russi, ma alcuni ritengono che siano stati jet siriani. In ogni caso, sono stati lanciati quattro missili, due per creare panico, mentre gli altri due hanno centrato le tende all’interno del campo profughi.
Conferme non ce ne sono, ma immagini e video stanno girando sui social network, mostrando corpi carbonizzati, tende in fiamme, panico e uan massa di donne e bambini grondanti di sangue caricati sui pick up e trovare soccorso.