La furia dell’ ISIS non accenna a placarsi e la prova è la scoperta i 50 fosse comuni nella zona dell’Iraq, quella che un tempo era sotto controllo dalla milizia del Califfato. La notizia è stata diffusa da un inviato ONU al consiglio di Sicurezza, parlando di crimini atroci commessi dagli jihadisti e presentandone le prove. Prove raccapriccianti, da far rabbrividire: corpi di donne e bambini ammassati in un campo da calcio, resti umani sparsi nei territori di Sinjar, Anbar e Tikrit, come dell’immondizia da far sparire.
Le vittime sono donne e bambini, nonché soldati, appartenenti alla minoranza Yazida, che in realtà è una religione, secondo i seguaci dell’ ISIS, in contrasto con l’Islam. Chi è fedele allo Yazidismo venera Sete Angeli, ossia delle emanazioni del Dio primordiale, ma più importante è l’Angelo Pavone, che cadde, ma essendo di anima buona, pianse lacrime di pentimento per settemila anni. Deposte in sette anfore, hanno estinto le fiamme dell’Inferno. L’ ISIS perseguita gli yazidi perché identificano l’Angelo Pavone come Satana e stanno perpetuando un vero e proprio genocidio in quanto considerati setta satanica (i loro usi e costumi sono molto restii ad essere condivisi con l’esterno, ma si sa per certo che sonno monogami, alcuni rituali sono anche presi dal Cristianesimo e tendono ad essere conservatori, tanto che i matrimoni miti sono banditi) e la maggioranza dei profughi si rifiuta di tornare a casa.
Intanto, i vertici della Nazioni Unite invitano a riflettere sulla crisi politica dell’Iraq, terreno fertile per massacri ed espansione dell’ISIS. Un ISIS che fa del genocidio di sciiti, cristiani e yazidi la sua bandiera contro gli infedeli: convertirsi, o morire.