Preceduta da vivaci polemiche negli scorsi mesi, parte la Voluntary Disclosure, l’emersione volontaria di capitali nascosti, per far venire alla luce i quali, lo Stato applica una condizione favorevole riducendo le sanzioni. L’obiettivo del governo è di incamerare una certa quantità di denaro grazie alla tassazione di capitali fatti rientrare dall’estero attraverso questa operazione.
Nei mesi scorsi le polemiche hanno riguardato il principio stesso della Voluntary Disclosure, in quanto i capitali nascosti all’estero potrebbero essere di provenienza illecita e farli tornare alla luce del sole semplicemente tassandoli, per qualcuno si tratterebbe di un riciclaggio di Stato mentre è infuriata un’altra polemica dovuta alle dichiarazioni di un alto Magistrato secondo il quale tutti i contanti e i valori contenuti nelle tante cassette di sicurezza in Italia dovrebbero essere considerate tout court di provenienza illecita e quindi, facendole emergere si dovrebbe autodenunciarsi.
Ovviamente questo non corrisponde al vero, poiché nulla vieta che denaro perfettamente lecito possa essere lasciato in una cassetta di sicurezza invece che essere affidato ad una banca, magari rischiando di perderci, vista la situazione dell’economia. Un terzo elemento è il fatto che la previsione di gettito derivante dalla Voluntary Disclosure è considerato a copertura delle spese della Legge di Bilancio, come a dire che copro le spese con denaro che non ho e non ho la certezza di avere. Comunque, da ieri, sul sito dell’Agenzia delle Entrate è disponibile il modulo per la richiesta d’accesso alla Voluntary Disclosure.