Aleppo ormai è una città martoriata da bombe e dalla fame, così tanto che si reso necessario un accordo Russia-USA per una tregua, entrata in vigore all’1 di notte locale, all’incirca la mezzanotte italiana. L’accordo sul “regime di calma” è stato raggiunto, non senza fatica, tra la Russia e l’USA e anche l’esercito siriano ha dato la parola di rispettare gli accordi, nonostante scalpiti per vendicare i raid degli insorti islamici accusati di aver colpito zone residenziali.
Per ora, in Siria, alcuni negozi hanno riaperto e la gente è tornata a ripopolare le strade, ma chissà ad Aleppo. Sì, perché in provincia la tregua sembra che si rispetti, il problema è proprio in città, dove parlare di tregua non significa sempre avere un po’ di respiro. Tante volte è stata violata, colpendo zone residenziali e soprattutto ospedale e medici.
John Kerry si è imposto, a quanto sembra, confermando che USA e Russia hanno un accordo per la cessazione delle ostilità in Siria, soprattutto ad Aleppo, aspettandosi da tutte le parti coinvolte il rispetto di tale accordo. E non le manda certo a dire neanche il capo degli affari politici dell’ONU, affermando che ridurre una popolazione alla fame e i bombardamenti aerei mirati alla popolazione e all’ospedale sono i peggiori dall’inizio del conflitto e questi atti dovrebbero essere considerati crimini di guerra.