Non tutti sono a conoscenza del fatto che, quando muore una persona cara, esistono una serie di questioni pratiche e fiscali che devono essere sbrigate necessariamente.
A tal proposito, è utile trattare la dichiarazione di successione, un documento di natura fiscale, a carico degli eredi dei defunti.
Esso assume particolare importanza in quanto la sua principale funzionale è quella di fornire informazioni all’Agenzia delle Entrate circa l’ammontare e la composizione del patrimonio appena ereditato, al fine di calcolare le relative imposte.
Informazioni utili sulla dichiarazione di successione
Chi non è un profondo conoscitore dell’argomento, può servirsi della lettura di questo articolo, che vuole essere una guida su tutto ciò che la legge stabilisce riguardo alla questione.
Innanzitutto vi è da dire che la dichiarazione di successione va presentata all’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dall’apertura della successione. L’ufficio di riferimento corrisponde alla residenza ultima del defunto. Se quest’ultima si trova all’estero, il documento va presentato all’ufficio dell’ultima residenza italiana.
Come già accennato in precedenza, tale documento è di natura fiscale ma non tutti hanno una chiara idea di cosa contiene specificatamente.
Si può dire che esso include tutti i beni ed i diritti di cui il de cuius era titolare in vita: un esempio potrebbero essere gli immobili, denaro, titoli, quote societarie e quant’altro.
La dichiarazione di successione può essere presentata da:
- eredi
- legatari
- rappresentanti legali
- curatori dell’eredità giacenti
- amministratori dell’eredità.
È importante sottolineare che non sono obbligati a presentare il relativo documento i parenti in linea retta, sempre se non siano presenti nell’asse ereditario beni immobili o che il patrimonio del defunto non sia superiore all’importo di circa 25 mila euro.
I documenti necessari per presentare la dichiarazione di successione
Per quanto riguarda la documentazione, è necessario porre particolare attenzione in modo da non pregiudicare l’efficacia della procedura in questione.
A tal proposito, sono indispensabili:
- il certificato di morte
- un’autocertificazione sullo stato di famiglia
- documento d’identità valido di tutti gli eredi
- fotocopia del codice fiscale o della tessera sanitaria del de cuius in questione e di tutti gli eredi
- atti di donazione
- atti di provenienza della proprietà immobiliari
- documenti tecnici sugli immobili
- copia dell’eventuale testamento
- fatture relative alle spese funebri e mediche
- dichiarazione postale o bancaria circa la sussistenza di mutui, prestiti, libretti, buoni fruttiferi e quant’altro.
- dichiarazione del datore di lavoro con le relative indennità maturate dal lavoratore dipendente.
Si può ben intendere come la documentazione necessaria sia alquanto vasta: se si hanno dei dubbi a tal riguardo, è vivamente consigliabile visitare il sito Geometraantoniomassari.it per ulteriori chiarimenti.
Oltre alla documentazione personale, bisogna includere altresí il verbale di apertura delle cassette di sicurezza, redatto da un funzionario dell’Agenzia delle Entrate.
Cosa succede dopo la presentazione della documentazione
Una volta presentata la documentazione per avviare la procedura, l’Agenzia delle Entrate notificata agli eredi la liquidazione dell’imposta di successione. Ma prima di poter calcolare l’imposta, è necessario individuare la base imponibile. A tal proposito, essa è determinata dalla differenza tra gli importi facenti parte dell’attivo dell’asse ereditario e quelli relativi all’importo della passività ed oneri deducibili.
Per quanto riguarda il valore non direttamente monetario, la legge stabilisce che bisogna prendere in considerazione il valore catastale e non quello di mercato. Una volta calcolata la base imponibile, si può ricavare successivamente l’imposta.
Le imposte di successione
Le imposte possono essere pari:
- al 4% nei confronti del coniuge e dei parenti in linea retta
- al 6% nei confronti di tutti gli altri parenti fino al quarto grado e degli affini in linea retta
- all’8% nei confronti degli altri soggetti.
Non vi è da escludere anche le cosidette franchigie, ossia degli esoneri previsti in alcuni casi.Tale imposta bisogna pagarla entro i 60 giorni successivi alla richiesta, inoltre non bisogna dimenticare che per i beni immobili devono essere pagate, prima della presentazione della dichiarazione, le imposte catastali ed ipotecarie.
Infine, entro 30 giorni dalla presentazione della dichiarazione, è necessario effettuare la voltura di fabbricati e/o terreni nel competente catasto.
Cosa succede se non si presenta la dichiarazione di successione
La dichiarazione di successione è quello strumento utile che permette di subentrare nel patrimonio posseduto dal defunto.
Esistono due tipologie di successione:
– testamentaria
– legittima.
Nel primo caso, si ha la presenza di un testamento rilasciato direttamente dal defunto quando era in vita, il secondo caso invece comprendere la cosiddetta successione legittima.
È bene sottolineare che la presentazione di questa documentazione non rappresenta un optional ed include delle sanzioni piuttosto severe.
Nel caso in cui la registrazione della dichiarazione di successione sia stata omessa, si ricorre ad una sanzione che va dal 120 al 240% dell’imposta liquidata. Se quest’ultima non è dovuta, allora la somma va dalle 250 fino a 1000 euro.
Se la dichiarazione è presentata tardivamente, ossia non superiore ai 30 giorni rispetto al periodo stabilito, la sanzione applicata sarà pari al 60-120% dell’imposta liquidata.
Si rischia la sanzione anche se si versa l’imposta oltre il termine indicato dalla legge: in questo caso la relativa sanzione sarà pari al 30% calcolato sull’importo non versato.