Un pezzo di carne divorato velocemente, l’inizio di un calvario durato 22 anni. Era il 7 febbraio quando una studentessa, Sara di Natale, mangiò una polpetta arricchita dai solfiti, sostanze che colorano la carne di un rosso vivo per renderla appetibile agli occhi. Da quel momento, Sara non ha più aperto gli occhi, perché lei, ai solfiti, era allergica.
Il malore, la corsa in ospedale, la diagnosi di shock anafilattico, il coma. Sara di Natale, da studentessa modello, era passata ad essere un corpo inerme disteso su un letto, con un sondino per l’alimentazione artificiale e un macchinario per respirare.
Quella maledetta polpetta Sara l’aveva comprata da un macellaio catanese, a pochi passi dalla Facoltà di Scienze Politiche di Catania. Lui, ignaro di ciò che sarebbe accaduto, gliel’ha venduta come niente, anzi, sarà stato anche felice che i maledetti solfiti avessero eseguito il loro compito. Da allora, il mondo per Sara e la sua famiglia si è fermato. Papà e mamma le sono stati vicini fino all’ultimo, quando, pochi giorni fa, la sua anima finalmente ha lasciato questa Terra. Ciao Sara, riposa in pace.