Acerrimo nemico ed oppositore di Vladimir Putin, Arkadi Babchenko era stato, nel 2016, minacciato di morte a seguito di un suo post su Facebook in cui si diceva indifferente per la morte di diversi componenti del Coro dell’Armata Rossa in un incidente aereo, mentre stavano andando in Siria. Oggi è arrivata la conferma, il giornalista è stato ucciso in Ucraina.
Chi era Akady Babchenko?
Akady Babchenko viveva a Kiev, capitale ucraina nel quartiere Dniprovski, dove viveva con la moglie in un appartamento, lavorava per la rete televisiva Crimea ATR. Si era scagliato contro Putin, aveva definito, in un suo libro La guerra di un soldato in Cecenia, “aggressore” Mosca per l’intervento a fianco di Bashar Assad e ancora prima, dopo aver fatto il servizio militare in Cecenia durate la guerra, aveva scritto le proprie memorie di quel conflitto. Si era anche schierato contro l’intervento russo in Ucraina e contro l’annessione della Crimea.
Giornalista ucciso in Ucraina
Oggi il giornalista russo e corrispondente di guerra, oppositore di Putin è stato ucciso. Secondo la polizia ucraina, il movente dell’omicidio potrebbe essere legato al lavoro stesso di Vladmir Babchenko, che nel febbraio del 2017 aveva lasciato il suo paese per la Repubblica Ceca prima, per Israele e infine l’Ucraina poiché pensava che la sua vita fosse in pericolo in Russia: aveva ricevuto delle minacce di morte e temeva anche che avrebbe potuto essere incarcerato.
Babchenko, ricostruzione della morte
Secondo una prima ricostruzione, che è stata fornita dalla Polizia Ucraina, il giornalista oppositore di Putin, è stato ucciso da tre colpi di arma da fuoco. Sua moglie ha chiamato i soccorsi, che però non hanno fatto in tempo a portarlo in ospedale. Babchenko, infatti, era a casa quando è stato vittima dell’aggressione. Il giornalista è morto nell’ambulanza, durante la sua ultima disperata corsa verso la vita, che gli avrebbe consentito di continuare il suo lavoro e la sua opposizione al regime russo di Vladmir Putin.