Dispiace veramente constatare che il perdurare dell’atteggiamento dello Stato nei confronti del gioco e dei siti di casino non cambia pelle e non diventa “voglia di fare” ed anche, possibilmente, imporre la propria volontà per sanare un settore che sempre più pericolosamente si sta avvicinando al baratro. Non si intravedono spiragli che facciano percepire qualche novità positiva per il mondo del gioco. Tutto tace sia dall’Esecutivo, e dal sottosegretario Baretta, sia dagli Enti Locali od, almeno sino al prossimo incontro che non lascia adito all’intrufolarsi di qualche brillante idea che non sia un colpo di bacchetta magica che convinca tutte le parti su cosa è meglio fare, non per sé stessi ovviamente, ma nell’interesse globale del mondo-gioco, del territorio, delle imprese e dei giocatori.
Non c’è volontà di tirare fuori “il famigerato coniglio dal cappello” e fare in modo che questo settore ricominci a girare con un minimo di tranquillità che dovrebbe essere patrimonio di tutte le società di servizi che mettono a disposizione dei cittadini qualcosa che gli stessi vogliono, che cercano, che usano e con il quale si divertono. Non gestire questa situazione “in qualsiasi modo” ed astenersi dall’intervenire è pericoloso socialmente, molto pericoloso e rischiai di far piovere sulla testa di tutti un “temporalone tempestoso” che può portare solo danni.
Questo tipo di posizione presa dall’Esecutivo (il nulla fare) contribuisce alla “sparizione” di tante imprese sane che svolgono un mestiere (quello del gioco) come tante altre: anzi, forse un mestiere più “autorevole” visto che le attività di gioco sono svolte a nome e per conto dello Stato: la gestione del fenomeno gioco da parte dell’Esecutivo continua ad essere sempre più assurda, incoerente e, si sottolinea ancora una volta, alquanto pericolosa.
E questo perché se la situazione di stand-by della trattativa relativa all’accordo con la conseguente situazione “arenata” è un disagio generale, la credibilità dell’Esecutivo viene ancor più a cadere quando lo stesso mette in “lavorazione” un ulteriore aumento della tassazione proprio nei confronti di questo settore che non si vuole “riordinare” per “obbedire” alle disposizioni della Commissione Europea. Come faranno mai gli Enti Locali, con i quali ristagna questo fantomatico accordo, credere a ciò che il Governo propone?
É un vero e proprio “gioco d’azzardo” ed un immenso rischio al quale va incontro il nostro Paese relativamente al mondo dei casino italiani online: saranno soddisfatti i detrattori del gioco che sono contenti di questa ulteriore tassazione imposta al gioco, poiché sperano che ciò faccia “chiudere tante imprese” che non potranno, ovviamente, sopportare ulteriori aumenti di tasse ed orpelli. Ma come si sentirà il Paese a lucrare, ancora una volta, sul gioco che ritiene “impresa dannosa” per i cittadini? Quello che è certo è che se il nostro italico Paese non adempierà alle richieste di Bruxelles rischia una procedura di infrazione che proprio questa manovra-bis sul gioco va a scongiurare in barba alla tanto sbandierata riforma del settore ludico! Si può dire che l’Esecutivo “ha venduto la pelle dell’orso…” e si spera che questo basti per mettersi in regola, ma certamente basterà a far quadrare i conti dello Stato quando si metteranno a bilancio, anche per i prossimi anni, i proventi che scaturiranno dal gioco, che non potranno ovviamente diminuire. Altro che diminuzione dell’offerta e riforma del settore. Forse, per l’Esecutivo, dovrebbe rimanere tutto così, in modo da poterci ancora una volta, “speculare” (brutto termine, ma ad hoc) e far finta di nulla!