Il direttore di TeleJato è nei guai: I miti quando cadono fanno più rumore. Forse perché si tende ad erigerli sopra un piedistallo troppo presto, come del resto si tende a condannarli per le loro abominevoli azioni. L’incredulità che anche Pino Maniaci faccia parte dei cattivi la si percepisce anche dalle stesse testate giornalistiche. Si parla della vicenda ma si ha timore di scrivere che il direttore di TeleJato fosse implicato in una faccenda torbida fatta di mafia, estorsioni e favoritismi. Lui, che da anni lotta contro la mafia, tanto da non mollare neanche quando i suoi cani vennero impiccati e la sua macchina incendiata, adesso diventa un uomo comune, vittima della rabbia del marito della sua amante che gli ha ucciso i suoi cani, spacciata per vendetta mafiosa.
E’ vero ad alcuni boss l’emittente fa paura, però Maniaci aveva altri pensieri, come dare lavoro alla sua amante. Per far lavorare la signora, poi, avrebbe ricattato il sindaco del Comune di Borgetto, nonché i consiglieri comunali. Da implacabile accusatore di magistrati e amministratori per la gestione dubbia dei beni confiscati alla mafia, a uno qualunque a cui basta dargli quanto chiede per non avere problemi. E ora viene fuori anche la sa fedina penale: furto, assegni a vuoto, truffa, omissione di atti d’ufficio. Tutto messo a tacere, perché Pino Maniaci doveva essere il simbolo dalla lotta contro la mafia.
Sarebbe bello scoprire che sono solo fantasie, ma stavolta ci sono prove concrete dell’estorsione, come le intercettazioni tra sindaci, consiglieri, la stessa amante e Pino Maniaci, come un video che mostra la mazzetta consegnata al direttore di TeleJato. Lui si difende ammettendo di aver strappato 100 o 150 Euro qui e là, ma questa è vendetta di alcuni magistrati vittime delle sue accuse. Ora sarà in esilio forzato, in quanto non potrà soggiornare nel suo paese finché la vicenda non si chiarirà.