Un tema storicamente a cuore degli italiani, è senza alcun dubbio quello del risparmio. Questa tesi è confortata dell’elevata quantità di risparmio privato presente negli istituti di credito del nostro paese, che consente al Belpaese di “rimanere a galla” nonostante l’abnorme debito pubblico che affossa le deficitarie casse dello stato italiano. Risparmiare soldi è una virtù che gli italiani tendono a tramutare, poi, in forme di investimento variegate fra loro. Una storica modalità è rappresentata dal mattone, ma a causa dell’andamento sfavorevole del mercato immobiliare nell’ultimo decennio, accompagnato da un significativo aumento delle imposte, non viene più considerato un “bene rifugio” affidabile.
Dove investire, annoso quesito per milioni di italiani
Cercare di remunerare i propri i soldi, di conseguenza, è un compito attualmente demandato, in gran parte, al mondo finanziario. Anche in quest’ambito, però, i risparmiatori si trovano alla prese con una sorta di rivoluzione delle proprie antiche ed assodate abitudini. Se un tempo, infatti, titoli di stato e obbligazioni bancarie facevano la parte del leone, facendo assumere rischi quasi totalmente inesistenti per i sottoscrittori, oggi non garantiscono alcun tipo di remunerazione se non per lunghe scadenze, che espongono, comunque, l’investitore ad un rischio non indifferente in termini di volatilità. La causa del mancato rendimento è da ricercare nella perdurante politica economica accomodante della Banca Centrale Europea, che ha azzerato i tassi di interesse con l’intento – fin qui riuscito solo in parte – di rilanciare il volano economico europeo.
Abbandonato, causa di forza maggiore, il mondo del “free-risk“, i risparmiatori si sono trovati a dover prendere dimestichezza con due concetti fondamentali in ambito finanziario: diversificazione e rischio. Disporre di un portafoglio titoli variegato in termini di soggetti emittenti e asset finanziari, infatti, garantisce una ripartizione del rischio e, soprattutto, evita di depauperare totalmente il capitale accantonato nel malaugurato caso si verificasse un default.
Il nostro paese, purtroppo, è stato segnato da diversi casi di “default” che hanno messo in ginocchio, talvolta, i piccoli risparmiatori: da Parmalat a Cirio, passando per il fallimento pilotato di Alitalia, fino ai casi più recenti riguardanti due noti istituti bancari veneti. Diversificare, di conseguenza, è un verbo di vitale importanza per qualunque investitore.
Investire sui mercati azionari, ottima opportunità nell’attuale contesto
L’accomodante politica monetaria della Banca Centrale Europea, però, ha dei risvolti positivi su svariati mercati finanziari, tant’è che un numero crescente di investitori decide di approcciare ai mercati azionari, clicca qui per approfondire cosa significhi investire in Borsa. Ed oggettivamente, considerata l’attuale fase laterale dei mercati azionari destinata a protrarsi ancora per svariati mesi, diversificare allocando una parte dei propri risparmi sui questi listini non è certo un cattivo consiglio.
Attenzione, però, alla quantità economica da destinare in questi mercati, che varia in base al grado di rischio che ogni investitore è disposto ad accettare, e all’attuazione di un efficace strategia di diversificazione: è consigliabile acquistare titoli su una pluralità di listini azionari, differenziandoli per settore economico di riferimento e nazionalità.
Il mondo azionario è indubbiamente il più famoso fra i mercati finanziari, che può vantare, oltretutto, una storicità non indifferente, ma non è l’unico dove possano allocare le proprie risorse i risparmiatori. Grazie alla costante innovazione tecnologica che contraddistingue il mondo moderno, accedere ai mercati è diventato semplice ed immediato grazie al trading online, che ha portato considerevoli benefici ai risparmiatori in termini commissionali (decisamente meno esose dello sportello bancario) e temporali (evitando di recarsi presso un intermediario finanziario per eseguire operazioni di compravendita).
Nella grande rete telematica, infatti, è possibile investire non solo sul mercato azionario, ma anche in quello degli ETF (in costante ascesa grazie a commissioni basse e alla possibilità di ampliare il guadagno grazie al fattore “leva finanziaria”), delle materie prime e dell’ormai celeberrimo Forex, che deve la sua notorietà proprio a Internet.