X

Nascite nel 2022: tutto ciò che c’è da sapere sull’andamento

Dati Istat, gestione delle politiche giovanili, dichiarazioni da parte dei politici e tanti altri strumenti confermano che, negli ultimi anni, una delle tendenze più gravi alle quali si va incontro riguarda le nascite, che sono sempre più basse sia in percentuale, sia per quel che concerne i numeri effettivi. Anche nel 2022, purtroppo, il trend delle nascite si è arrestato, facendo segnare dei dati addirittura più bassi rispetto ad un 2021 che era stato considerato già particolarmente funesto sotto questo punto di vista. I fattori sono numerosi e, per quanto in molti cerchino di considerare altri aspetti, come la volontà di essere genitori, riguardano anche e soprattutto l’assenza di politiche adatte che possano supportare le nuove nascite. 

I numeri delle nascite nel 2022

Al fine di considerare tutto ciò che c’è da sapere a proposito delle nascite nel 2022, soprattutto per quel che concerne un trend assolutamente in negativo sotto diversi punti di vista, è importante partire da una realtà prettamente numerica, ottenuta soprattutto dal confronto con il 2021. Se, infatti, un anno che era stato ritenuto disastroso come il 2021 ha generato, alla fine del terzo trimestre, più di 400.000 nascite, non si può dire lo stesso del 2022 che, alla fine di settembre, ha fatto registrare addirittura 6000 nascite in meno al trend che era stato osservato in occasione dell’anno precedente. 

L’unico dato positivo è rappresentato dal lieve aumento delle nascite per famiglia, giunte fino a 1,25 unità, rispetto a 1,24 dell’anno precedente. Tuttavia, non si può che notare come la tendenza relativa alle nascite, negli ultimi anni e rispetto al triennio che va dal 2008 al 2010, sia decisamente diminuita in termini numerici.

Trend di nascite in negativo: perché non c’entra solo la genitorialità

Riuscire a comprendere quali siano i motivi per cui non si generano più figli, in molte famiglie, non è semplice, dal momento che bisogna chiamare in causa una serie di aspetti che riguardano le specifiche situazioni economiche, sociali e politiche di una famiglia. Spesso, infatti, si sente parlare di mancata volontà di fare figli, a dimostrazione di una tendenza che sarebbe differente negli ultimi anni soprattutto a proposito dell’istinto genitoriale. Per questo motivo, in molti citano alcuni casi specifici che, però, non riescono a sottolineare il contesto in maniera netta: tra le tante motivazioni a cui si adduce, ad esempio, si fa riferimento al sogno che tantissime donne effettuano, a proposito di essere incinta e di avere i bambini e accudirli. Non c’entra con l’istinto materno sognare di essere incinta: come puoi vedere alla pagina dedicata di oroscopissimi, infatti, ha a che fare con un aspetto completamente differente, che non attiene solo ed esclusivamente alla genitorialità. In altre parole, dunque, è importante cercare di pensare al fenomeno in maniera decisa, senza cercare cause altre.

Mancanza di politiche adatte

In maniera anche piuttosto semplificata, la diminuzione di una tendenza relativa alla genitorialità ha spesso contatti con la gestione di politiche infantili e genitoriali che non favoriscono i nuovi possibili genitori. Come si osserva da alcuni dati, infatti, la diminuzione più consistente di figli che si creano avviene proprio in occasione del periodo matrimoniale, dal momento che esiste una stretta connessione tra i possibili problemi economici che potrebbero essere affrontati e la nascita di un figlio. Ciò significa, in altre parole, che l’assenza di politiche adatte, che possono supportare le nuove nascite in maniera costante e non soltanto con bonus o incentivi una tantum, sfavorisce alcuni possibili genitori che, per questo motivo, sono costretti a mettere in primo piano, rispetto al possibile bisogno di avere un figlio, la situazione di grave instabilità economica che affrontano. 
La mancanza di figli, dunque, è necessariamente anche un problema di politiche nazionali, che hanno bisogno di muoversi in tal senso, cercando di assicurare le migliori condizioni alle famiglie e non lasciando che queste ultime risolvano realtà così tanto complesse in maniera autonoma.

Redazione:
Articoli correlati