Agricoltori in agitazione davanti al porto di Bari in attesa dell’arrivo di una nave dal Canada che scaricherà nel porto pugliese 50 mila Tonnellate di grano. Il motivo della protesta è la difficoltà degli agricoltori italiani che coltivando il grano non riescono nemmeno a coprire i costi di produzione a causa delle importazioni di grano dall’estero. La Coldiretti denuncia che con il prezzo attuale del grano, con 5 Kg l’agricoltore non si paga nemmeno un caffè mentre dall’estero arrivano migliaia di tonnellate di grano a basso costo (e qualità?) che vengono poi usate dalle industrie di pasta che poi commercializzano il loro prodotto come Pasta Pugliese.
La Coldiretti denuncia anche che questo fenomeno ha fatto sì che le coltivazioni nazionali si siano contratte per un equivalente di 100 mila ettari. Torna, comunque, il tema dell’importanza della tracciabilità dei prodotti, non essendoci a tutt’oggi un obbligo di indicazione dell’origine del grano impiegato per la produzione della Pasta che viene spacciata per pugliese, nella fattispecie, ma con grano di origine non specificata.
I consumatori acquistano e consumano pasta pugliese o spacciata per tale ma che di italiano ha soltanto lo stabilimento di produzione. Questo è un danno per i consumatori, per gli agricoltori ma anche per l’economia nazionale.