La Regione Veneto in collaborazione con L’Istituto superiore di Sanità ha sottoposto ad analisi del sangue un campione composto da 507 cittadini delle province di Vicenza, Padova e Verona per ricercare la presenza di sostanze pericolose che sarebbero state assunte attraverso l’acqua potabile proveniente da falde acquifere contaminate.
L’indagine ha interessato 29 comuni di queste province e i dati fino ad ora disponibili indicherebbero la presenza nel sangue di sostanze perfluoroalchiliche decisamente superiore alle quantità tollerabili. Questa indagine deriva dalla scoperta casuale di presenza di questo tipo di sostanze nell’acqua da parte del CNR nel corso di uno studio diversamente motivato.
Le sostanze in questione proverrebbero da uno sversamento quarantennale da parte della ditta chimica Miteni di Trissina e hanno la caratteristica di accumularsi nell’organismo, con un meccanismo di eliminazione parecchio lento, soprattutto nei soggetti maschi, parlando di 3-4 anni per l’eliminazione che avviene soprattutto per via renale.
La tossicità di queste sostanze consiste nella sospetta cancerogenicità, sebbene non sia provato con certezza il legame tra malattia tumorale e presenza della sostanza nell’organismo. Comprensibile è la preoccupazione di migliaia di cittadini della zona ma anche delle autorità competenti. Un parlamentare locale ha interessato la Commissione Parlamentare di inchiesta sugli ecoreati affinché affianchi la magistratura per determinare le responsabilità sulla vicenda